Crisi: perché un “nuovo” governo e non dare invece, la parola agli italiani?

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Berlusconi Ko, legge di Stabilità Ok, prenderanno il via le consultazioni del Capo dello Stato che porteranno ad un nuovo incarico per la formazione di un nuovo Governo, probabilmente entro domenica. Sarà tutto “nuovo”, ma il “nuovo” non è dato per scontato. Per il Presidente Napolitano c’è un nome, e solo un nome “nuovo”: Mario Monti, ex commissario europeo gradito – e quindi candidato – alle opposizioni, compreso l’IDV di Di Pietro. Mala Legadice “no” a Monti, ed anche gran parte del PDL dice “no” a Monti. Ci sono da spendere i nomi di Angelino Alfano, di Lamberto Dini, e chissà quale di altro “nuovo” che potrà spuntare nelle prossime 24 ore (perché no, Prodi, Amato, Letta…). In pratica, domina l’incertezza, dominano le contrapposizioni e se pure si arriverà al compromesso, anche questo compromesso “nuovo” per formare un Governo – tecnico o di qualsiasi altra natura – c’è da chiedersi cosa potrà fare, come potrà agire per cambiare uno stato di cose ormai poste sull’orlo di un precipizio. Occorrerebbero miracoli, anche questi ovviamente “nuovi”, per risollevare le sorti di una Italia che deve necessariamente seguire le direttive imposte dall’UE, senza scantonamenti di sorta.

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Monti piace a Napolitano, così come piace agli Stati Uniti d’America, così come piace ad altri Paesi, nessuno si chiede se piace alla maggioranza degli italiani, e il dubbio che anche questa imposizione “forzata” segua logiche estranee al destino del nostro Paese è consequenziale.

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L’interrogativo è “a chi giova la situazione che si è creata?”. Di certo non vogliamo difendere le posizioni che, soprattutto negli ultimi tempi, ha assunto Berlusconi, definito da Putin “l’ultimo dei Moicani”, ma esprimiamo perplessità all’ipotesi di un “nuovo” Governo che, in ogni caso, partirebbe già “influenzato” dai poteri forti esteri e nazionali.

Un altro interrogativo è consequenziale: “Perché si ritiene estremamente dannoso ritornare alle urne, ritornare a votare?”. Se è vera l’affermazione che “il popolo è sovrano”, è il popolo che deve assumersi la responsabilità del cambiamento, e non i pochi, i soliti noti. E’ il popolo che deve decidere, in caso contrario sarebbe vera l’affermazione che questo è un Paese che ci vede tutti burattini, nelle mani di ignoti burattinai…

S. B.

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